martedì 30 giugno 2009

:::manifestazione 11 luglio:::




LA LIBERTA’ FINISCE QUANDO INIZIA LA PAURA

Il movimento IO NON HO PAURA, promotore della campagna che dallo scorso 18 aprile si batte contro l’ordinanza limitativa del diritto di manifestazione nel centro storico di Reggio Emilia, ritiene doveroso e importante riconfermare la manifestazione cittadina dell’11 luglio. Pensiamo che l’ ulteriore proroga della sospensione dell’ordinanza dal 30 giugno al 30 settembre non sia motivo sufficiente per mandare l’iniziativa politica in vacanza. E’ chiaro che se sindaco, prefetto e questore hanno scelto di rimandare la scelta all’autunno, sia frutto delle pressioni dei movimenti e della campagna Io Non Ho Paura lanciata da diverse soggettività organizzate del territorio. Rimandata l’ordinanza a settembre verrebbe da dire, anzi più precisamente al 3 ottobre, il primo sabato utile dopo la tregua. Giorno in cui non avremo paura di infrangere il divieto e dimostrare tutta la debolezza di misure che di sicurezza ne creano ben poca.

Vogliamo manifestare ancora una volta la netta contrarietà al pacchetto sicurezza Maroni ed al clima politico che fin nella nostra città provoca l’adozione di stupide ed ingiuste ordinanze liberticide per tutti e tutte. A Reggio Emilia, dopo le ordinanze anti-immigrazione, le retate ai campetti sportivi e ai luoghi di ritrovo abituali dei cittadini migranti, l’ordinanza che impone la chiusura dei kebab dalle 22, i provvedimenti contro l’alcol e l’aggregazione nel centro storico, il Prefetto, di concerto con il sindaco Delrio, ha alzato il tiro, facendo propria una direttiva del ministro dell’interno Maroni, vietando le principali vie e piazze del centro storico alle manifestazioni politiche per tutto il weekend. Stessa linea che il rieletto Delrio “sceriffo a norma di legge” accentua, dichiarando che il suo nuovo mandato calcherà in maniera decisa il leit motive securitario. Tendenza inaugurata con la nuova ordinanza contro ambulanti abusivi e mendicanti. Arrendetevi illusi: legge contro i poveri non contro la mafia, norme contro chi sopravvive non contro chi specula, agevolazioni per le boutique e ordinanze contro chi vuole vivere il centro storico come bene comune gratuito…

D’altronde il teatrino politico-economico visto con l’assemblea generale di Confindustria dello scorso 22 giugno al teatro Valli rende bene l’idea di quale sicurezza si parli: soldi pubblici a banche e industriali e briciole per gli espulsi dal mercato del lavoro. Una sala gremita di grandi e medi imprenditori locali, alla presenza della presidente Marcegaglia, del segretario Cisl Bonanni e di quasi tutto il mondo politico reggiano, ha richiesto a gran voce l’impegno della politica per rilanciare l’economia in crisi. E, ovviamente, la politica risponde in modo affermativo, chinando la testa agli industriali, promettendo mari e monti e facendo ben capire a chi andrà l’occhio di riguardo per i prossimi cinque anni di amministrazione locale. In questo senso possiamo scorgere una nuova funzione prospettica del divieto a manifestare: se la crisi accentuerà ancora i disagi (soprattutto nei portafogli) delle persone, esse tenderanno a ribellarsi, per cui serve necessariamente un argine contro eventuali insorgenze. La piazza in questo momento è territorio pericoloso, è zona rossa.

Ritenendo la grave situazione economica-sociale- politica reggiana figlia di meccanismi globali che travalicano i confini provinciali, vogliamo dare alla mobilitazione dell’11 luglio ampio respiro guardando a quello che in quella settimana succederà nel travagliato territorio della città dell’Aquila. Contestiamo la scelta ignobile di questo governo di voler svolgere in quel territorio il G8, ovvero il vertice dei governi che questa crisi hanno generato. Aderiamo all’appello dell’assemblea riunita all’Aquila il 21 giugno per una mobilitazione contro il G8 diffusa nelle varie città italiane. Appoggiamo chi, nei territori colpiti dal sisma, si vive oggi la lotta contro la crisi come il sacrosanto diritto di auto-organizzarsi nei campi e decidere come, dove, quando ricostruire la propria città.


:::4 luglio liberiamo il dal molin:::



Alla vigilia del G8 e dell’arrivo in Italia di Obama i No Dal Molin invitano tutte e tutti a Vicenza per liberare il Dal Molin dalla nuova base di guerra

Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo [...] un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. [Incipit alla Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America]

Vogliamo essere indipendenti nel costruire il futuro del nostro territorio; vogliamo che quest’ultimo sia sensibile alle opinioni di gran parte dell’umanità che rifiuta e, troppo spesso, subisce la guerra come strumento di controllo e oppressione. Vogliamo costruire l’Altrocomune come pratica di autogestione e autonomia dei cittadini, fondandolo sulla disobbedienza alle imposizioni e sulle pratiche condivise; vogliamo riprenderci la nostra terra come luogo del vivere bene collettivo e non come oggetto di scambio tra governi.

Dall’8 al 10 luglio, all’Aquila, si terrà il vertice del G8; in un luogo volutamente scelto perché non ci siano voci di dissenso, capi di stato e di governo si riuniranno per decidere le sorti del nostro futuro, senza di noi. Tra essi, ci sarà il Presidente statunitense Obama: come si giustificano le sue promesse sulla fine dell’arroganza militare statunitense quando a Vicenza fa base la guerra?

La vicenda vicentina rappresenta, da questo punto di vista, una delle tante contraddizioni nella politica estera statunitense che promette legalità, rispetto e trasparenza, ma pratica illegalità, sopruso e imposizione. Come annunciato da importanti esponenti dell’amministrazione nordamericana, il Dal Molin sarà oggetto di discussione del summit al G8, non per restituire la democrazia a coloro a cui è stata negata, bensì come oggetto di accordo segreto e scambio tra governi per la ridefinizione, a partire da Africom, della presenza militare statunitense in Italia.

Vicenza, patrimonio Unesco, è assoggettata alle servitù militari; la città che ha espresso la propria netta opposizione e ha ricevuto per questo la solidarietà di ogni angolo d’Italia, ha visto il bavaglio stringersi sulla sua bocca: palesi illegalità progettuali hanno accompagnato il tentativo di "sradicare alla radice il dissenso locale" prima impedendo alla città di esprimersi, poi perseguendo centinaia di cittadini con condanne pecuniarie e procedimenti penali.

Ma Vicenza è anche uno dei tanti luoghi di costruzione di quel mondo che non accetta il diktat di quanti, riuniti per pochi giorni nelle regge imperiali, vorrebbero scrivere a tavolino la nostra storia. Quello del movimento vicentino non è un romanzo romantico e triste; le donne e gli uomini di questa città vogliono riscrivere la storia reale, stracciando le pagine su cui politici e militari hanno già disegnato il suo futuro di asservimento e tacita accettazione.

Il 4 luglio, giornata in cui gli statunitensi festeggiano la propria indipendenza dall’impero britannico, vogliamo decretare la nostra indipendenza dall’impero militare statunitense, liberando la terra dalla presenza di una nuova base di guerra.

Nei tre anni di mobilitazione trascorsi abbiamo imparato che un sol giorno non cambierà le sorti della nostra città; ma sappiamo anche che la strada che abbiamo davanti non può che portarci a nuove sfide: per questo, alla vigilia del vertice del G8 e dell’arrivo in Italia di Obama, chiediamo alle donne e agli uomini che vogliono opporsi alla militarizzazione e alla guerra di tornare nelle strade di Vicenza e iniziare a costruire, dal basso e collettivamente, l’indipendenza dell’Altrocomune, ovvero un territorio libero e inospitale alla presenza militare perché vissuto e realizzato da un arcobaleno di diversità che, nel costruire un mondo di pace, liberano il territorio dalle servitù militari e dalle devastazione ambientale.

4 luglio 2009 a Vicenza, restituiamo il Dal Molin ai cittadini
Indipendenza, dignità, partecipazione:
la terra si ribella alle basi di guerra.

Per info e adesioni: 4luglio@nodalmolin.it


PULLMAN DA REGGIO EMILIA: 3382607783

costo 10 euro


mercoledì 17 giugno 2009

:::verso l'11 luglio..:::

giornata libertaria antifascista ed antirazzista
sabato 20 giugno Parco Marastoni, San Polo d'Enza

giovedì 11 giugno 2009

:::IN-SECURITY DAY:::

La libertà finisce quando inizia la paura.

Appello per una mobilitazione contro le ordinanze limitative della libertà di manifestazione e di espressione. Sabato 11 luglio 2009 Reggio Emilia.


Partiamo da un dato: ormai si è fatto Stato ed è assodato, il paradigma che in nome della sicurezza recinta e ingabbia ogni forma di vita dissonante dal layout della produzione capitalista neo liberista. La sicurezza di cui tanto si parla altro non è che un brutale baratto: voi ci date la vostra libertà ed il voto ed in cambio avrete la sensazione di vivere protetti e salvi dall’impoverimento e dai contrasti che la crisi produce. Chiaramente, questo presuppone che il potere contrattuale sia a senso unico dall’alto verso il basso: in alto il potente connubio tra potere esecutivo/giudiziario/militare “pubblico” e interessi privati delle corporation e della malavita, sotto non ci sta il popolo ma bensì la proiezione distorta di esso. Schema ben oliato da decenni di narcotica gestione catodica delle menti e dalla spettacolarizzazione della società, schema che ha inquadrato la vita ben dentro il recinto dell’obbedienza e della remissività davanti al sacrificio quotidiano. La traslazione moderna del conflitto capitale lavoro, ovvero il nuovo terreno di lotta è rappresentato dalle battaglie per la difesa dei beni comuni. Sapere libero circolante liberamente, beni primari accessibili e pubblici, diritto alla migrazione, ambiente sano, fruizione degli spazi metropolitani e importantissimo il diritto all’autorganizzazione dei saperi e delle lotte, ed al conflitto sociale come pratica.

Partiamo da noi, iniziamo ad accantonare la tristezza della paura, già questo semplice cambio di attitudine è dissenso. E’ vita, finalmente liberata.

E’ giusto liberarsi e per fare ciò iniziamo manifestando, innanzitutto perché è uno dei diritti base che ci stanno togliendo. Senza l’agibilità politica di movimento nelle piazze, non avrebbe senso nessun tipo di ragionamento sulla libertà.

Torniamo in piazza come quel 18 aprile quando chi ha manifestato si è trovato la strada sbarrata dal plotone per garantire che nessuno potesse far niente, per mantenere le piazze vuote come era piazza Fontanesi quel giorno. Il 18 aprile si è deciso di disobbedire al divieto, e il divieto si è rivelato nella sua essenziale inutilità, perché tutto il centro storico quel giorno era piazza Fontanesi e un corteo spontaneo e determinato l’ha attraversato. Quel gesto ha dato prova che la tigre è di carta, dopo pochi giorni il divieto è stato tolto fino al 30 giugno.

L’11 luglio vogliamo tornare tutti insieme in corteo nelle strade di Reggio Emilia per ribadire che questa limitazione della libertà è inaccettabile. Vogliamo poter manifestare nei giorni e nei luoghi che storicamente ci appartengono: ovvero il centro storico nei weekend. Oggi domani e sempre.

IO NON HO PAURA
11 LUGLIO 2009 MANIFESTAZIONE CITTADINA
CONCENTRAMENTO H 14.30 PIAZZA XXX GABELLA S.CROCE
MOBILITAZIONE CONTRO LE ORDINANZE LIMITATIVE DELLA LIBERTA’ DI MANIFESTAZIONE E DI ESPRESSIONE.

LA SICUREZZA NON E’ MAI PAURA, E’ IL COMUNE CHE POSSIAMO ESERCITARE DECIDENDO INSIEME: DAI NOSTRI CORPI ALLE NOSTRE CITTA’!

mercoledì 10 giugno 2009

:::Sabato 13 giugno dalle h.16 IO NON HO PAURA torna in piazza...Fontanesi :::

Sabato 13 giugno dalle h.16 IO NON HO PAURA
torna in piazza...Fontanesi


Verso sabato 11 luglio, manifestazione cittadina contro la
limitazione
delle manifestazioni in centro storico

Sabato 18 aprile abbiamo rivendicato la libertà delle
piazze di questa
città e delle vite che le appartengono. A distanza di 6
giorni, il 24
aprile, a ridosso della festa della liberazione ci siamo
liberati da un
decreto infame che vorrebbe vietarci di essere quello
che siamo per
natura: soggetti liberi. Abbiamo infatti ottenuto fino
al 30 giugno la
sospensione dell'ordinanza che vieta le piazze al week end.

Torniamo in quella piazza che era stata vietata e
blindata e che abbiamo
liberato.

Non abbiamo paura di alzare la testa e infrangere
divieti che violano le
nostre libertà e le nostre vite. Non abbiamo paura
di vivere le nostre
città, le nostre strade, le nostre piazze.

Non ci ha fermato un'ordinanza. Non ci hanno fermato
schieramenti di
caschi scudi e manganelli. Non ci hanno fermato le
cariche che abbiamo
subito sui nostri corpi. Quei corpi, che ogni giorno
le piazze le
attraversano per andare a lavoro, a scuola, a fare
la spesa. E che
vorrebbero vincolare a fare solo questo.
Chiamando degrado azioni comuni
e naturali come il sedere su una panchina o il vivere
la città di notte.

Degrado è la nostra vita, il nostro agire,
il nostro pensare. Nel
momento in cui sfugge al controllo non risponde alle
regole imposte e a
quei divieti che ci propinano sotto forma di decreti
e leggi.
Limitazioni di una libertà che è nostra, che ci
appartiene tanto quanto
la nostra dignità.

Dobbiamo solo produrre e far girare l'economia,
un'economia che è in
crisi e una crisi che ci rifiutiamo di pagare perchè
è già troppo caro
il prezzo che paghiamo ogni giorno.

A stento arriviamo a fine mese, a stento arriviamo
a fine giornata dopo
turni di lavoro massacranti dettati da contratti
che ci riducono in
schiavitù, a stento riusciamo a pagare affitti e
mutui e siamo soggetti
a sfratti e sgomberi. Ci tolgono qualsiasi cosa
ci appartenga, partono
dal reddito per arrivare alla casa, all'istruzione,
ai nostri diritti.
Mirano a sterilizzare le nostre vite, ad annichilire
il nostro pensiero,
a svilire la nostra forza.

Tutto ciò mentre tirano a lucido le nostre città
come fossero i loro
salotti costruendo ponti e fontane, “riqualificando”
interi quartieri.
Speculano su di noi e su ciò che è nostro.

Costruiscono contenitori e vorrebbero conservarci lì.
Vorrebbero farci
vivere dentro un centro commerciale monitorandoci
di continuo.

La nostra socialità non ha bisogno di vetrine
né di scontrini.

La nostra socialità è un parco con panchine gremite
di gente che si
confronta e condivide senza ronde che frughino
tra le tasche.

La nostra socialità è una strada che parla
lingue diverse che comunicano
tra loro comprendendosi anche senza permesso di soggiorno.

La nostra socialità è meticcia e non ha bisogno
di eserciti.

La nostra socialità non ha bisogno di grandi
opere ma di grandi diritti.

La nostra socialità non è la notte bianca ma
i restanti 364 giorni.

Il nostro essere europei non dura una settimana.

Noi ci sentiamo sicuri quando stiamo assieme e non
abbiamo bisogno di
pacchetti sicurezza.

La nostra sicurezza è essere uno di fianco all'altro
senza paramilitari
di mezzo.

La nostra libertà non ha scadenze non ha orari non ha
nazione non ha
religione, ha solo diritto d'essere.

Creiamo socialità, scateniamo cultura e difendiamo
quei luoghi di
aggregazione che ci vengono negati perchè considerati
pericolosi.

Dove c'è vita c'è socialità e dove c'è socialità
non c'è paura.

Perchè è la paura che rende insicuri, perchè la paura
e l'insicurezza ci
dividono, perchè divisi cadiamo.

Il 13 giugno, 17 giorni prima dello scadere
dell'ordinanza. Torniamo.

Per darvi appuntamento all'11 luglio, 11 giorni
dopo la fine della
sospensione. Torneremo.



IO NON HO PAURA

IO NON HO PAURA IN PIAZZA...fontanesi


non vogliamo centri commerciali, vogliamo le strade

non vogliamo divertimentifici, vogliamo le piazze

non vogliamo che ci sparino addosso

non vogliamo essere chiamati DEGRADO

non vogliamo le nostre città deserte

non vogliamo gli eserciti

la nostra sicurezza siamo noi

e siamo sicuri di non aver paura

:::L’assemblea io non ho paura infrange il divieto di manifestare:::

da global project del 18 aprile 2009

Cariche da parte di polizia e carabinieri sui manifestanti


Come preannunciato nei giorni scorsi da un comunicato stampa, quest’oggi attorno alle 16.00 alcuni manifestanti dell’assemblea "io non ho paura" si sono ritrovati in p.zza Fontanesi per affrontare le tematiche inerenti al decreto uscito pochi giorni fa che vieta presidi e cortei nel centro storico al Sabato e alla Domenica.
I centocinquanta partecipanti all’iniziativa si sono ritrovati la piazza blindata da polizia e carabinieri, bar e negozi chiusi. Nel momento in cui il corteo ha cercato di entrare all’interno della piazza per raggiungere le persone che si erano già trovate per l’assemblea, le forze dell’ordine hanno impedito, mediante l’uso di scudi e manganelli, che i manifestanti dessero luogo all’iniziativa annunciata separando i due gruppi.
L’azione di forza condotta dai militari non ha tuttavia arrestato l’iniziativa: i manifestanti hanno improvvisato un corteo lungo le strade limitrofe del centro storico riuscendo in seguito a infrangere la "zona rossa" in piazza del municipio dove sono state condivise con la cittadinanza presente le ragioni che li hanno portati a contestare un divieto così fortemente conforme al clima securitario che in molti, se non in tutti, comuni italiani si respira già da diverso tempo.
Il corteo è proseguito lungo la via Emilia, nodo centrale del consumo economico, ricco del "divieto infranto" dove ancora una volta la violenza delle forze dell’ordine ha procurato altri contusi nel tentativo di superare il gruppo di manifestanti e portarsi alla testa del corteo.
La giornata s’è conclusa con l’assemblea pubblica allargata e partecipata di Io non ho paura al Laboratorio AQ16.

:::Presentazione di "Bande Nere" di Paolo Berizzi:::



Serata alla presenza dell’autore, ore 21.00 presso il centro sociale di via Compagnoni


Giovedì 14 maggio ore 21, presso centro sociale di via Compagnoni, situato dentro il parchetto,presentazione del libro BANDE NERE di Paolo Berizzi alla presenza dell’autore.
Chi sono i nuovi "balilla" che pretendono di fare giustizia nella nostrasocietà? Giovani disagiati o figli di famiglie ricche? Ragazzipoliticizzati o adolescenti non cresciuti, che inseguono miti di carta?
Neo-fascisti del Nord o intolleranti del Sud? Ragazzi inneggianti almachismo o donne che rivendicano un femminismo di destra? Attraverso un’indagine focalizzata su diverse aree geografiche, Paolo Berizzi va a guardare la realtà degli stadi, della scuola, dei centri sociali, dei Campi Hobbit, smascherando il volto delle formazioni di destra propostedai partiti ufficiali (Forza Nuova, Fiamma Tricolore, An) e quello delle associazioni parapolitiche sparse sul territorio.

Introduce:
Daniele Dall’Aglio - assemblea Io Non Ho Paura

Interventi di:
Paolo Berizzi - autore del libro
Gianluca Tegoni - Laboratorio Aq16
Fausto Boni - docente di storia e filosofia

:::Sospeso il decreto contro le manifestazioni nel weekend:::

da globalproject del 27 aprile 2009

Il movimento "Io non ho paura" conquista la prima, parziale, vittoria contro la direttiva Maroni



E’ di venerdì 24 aprile, nel tardo pomeriggio, la notizia che la Prefettura di Reggio Emilia ha temporaneamente sospeso (fino al 30 giugno) il decreto con il quale si vietavano le piazze principali del centro storico alle manifestazioni dalle 14.00 del sabato e per tutta la giornata di domenica.
Dopo le manifestazioni del 4 e le cariche della polizia del 18 aprile il movimento "Io Non Ho Paura" è riuscito a fare esplodere il caso in città, costringendo la maggior parte delle forze politiche e della società civile a schierarsi in modo fermamente contrario a questo decreto.

L’applicazione della direttiva Maroni da parte del Prefetto, con il beneplacito dell’Amministrazione guidata da Graziano Delrio, è un fatto molto grave per la "rossa" Reggio Emilia; limitare le libertà fondamentali, come quella di espressione e manifestazione, e inoculare nella società il virus della paura e dei deliri securitari è utile a chi detiene il potere (e in special modo in campagna elettorale) per legittimare se stesso e allargare, a destra, il proprio bacino elettorale.
E’ stato dimostrato, al contrario, che una misura come quella emessa del Prefetto, non mette al riparo la città da situazione di disordine, anzi, è stato dimostrato che non fa altro che aumentare i problemi di ordine pubblico.

Questa momentanea vittoria del movimento è stata ottenuta perchè quel centinaio di persone che sabato 18 erano in centro storico a manifestare, hanno dimostrato di non avere paura di alzare la testa, di non aver paura di emanciparsi e rompere lo steccato entro il quale una "legalità" sempre più di stampo fascista vorrebbe costringere i movimenti e tutte le persone che non accettano limitazioni alla propria libertà.

"Sicuramente il 30 giugno è vicino" - ci ricorda Gianluca del movimento IoNonHoPaura - "e dovremo ancora rimboccarci le maniche affinchè questo decreto venga ritirato permanentemente".


audio e video al link di www.globalproject.info

:::Nessuna ordinanza ferma i nostri desideri:::

da global project


“Se ci tolgono il fururo noi blocchiamo le città” è stato il motto che ha accompagnato per mesi l’onda anomala studentesca che ha serpeggiato nelle piazze e negli atenei italiani. Oggi quelle stesse parole sono state scandite da cittadini, militanti e studenti della città di Reggio Emilia che, al quindicesimo giorno dall’ordinanza che vieta tutte le manifestazioni nelle piazze del centro storico, hanno pubblicamente lanciato in piazza Fontanesi un assemblea aperta di discussione rompendo di fatto il divieto. Piazza Fontanesi, bloccata in tutti i suoi accessi dalla celere, è stata sottratta ai manifestanti e a tutte le persone che normalmente la animano da un arroganza politica nelle sue vesti peggiori, quelle delle botte e dei manganelli. Questo è quello che prefettura, questura e sindaco hanno deciso di regalarci nella piazza più bella della città, non permettendo a nessuno di congiungersi con i manifestanti giunti in piazza Fontanesi a ranghi sciolti alcuni minuti prima. Dopo la carica i manifestanti riunitisi in via Montegrappa hanno percorso un corteo non autorizzato fino alla piazza centrale della città. Piazza Prampolini che per ironia della sorte è stata oggi vietata addirittura al comizio del ministro Carlo Giovanardi vittima anch’esso dell’idiozia del decreto Maroni, quindi dello stesso suo governo. Dopo essere anche in questa piazza incalzati dalla polizia in assetto antisommossa, il corteo viene caricato in un momento pacifico in via Emilia durante il tentativo della celere di superare i manifestanti. Il corteo ha poi proseguito verso il laboratorio aq16 dove si è tenuta un assemblea per proseguire il percorso dell’assemblea cittadina “io non ho paura” e scandire le prossime tappe.
Vorremmo adesso sapere come giustifica il sindaco Del Rio il suo ostinato silenzio, dopo aver comunicato ai sudditi la vile ordinanza via stampa senza la minima possibiltà di confronto, dopo le botte che ci ha regalato oggi. Un sindaco che si fregia dei percorsi di partecipazione attiva dei suoi cittadini e poi fa caricare i manifestanti che volevano solamente riunirsi può stare sicuro solo di una cosa, che gli verrà tolta pure a lui la partecipazione ipocrita che è solito proporre . Venerdì 24 aprile, presso la sala civica della circoscrizione 8 in via F.lli Manfredi si terrà l’ennesima farsa di questa giunta, una presentazione al pubblico del bilancio partecipativo 2008 alla presensa del “primo cittadino”. Se partecipazione è partecipazione sarà, avremmo due o tre cose da cui chiedergli conto, in primis delle manganellate di oggi. Chiediamo a tutte la parti sociali, ancora ufficilmante non contattate in merito a questo tipo di divieto, una precisa presa di posizione sul clima fascista che sicuramente produrrà scenari ancora più violenti quando finirà la cassa integrazione ordinaria e straordinaria per 16.000 operai.
I fatti di oggi sono solo l’antipasto di un periodo pesante che verrà, fatto di repressione e divieti per ogni tipo di istanza sociale. Di una cosa siamo certi, il vento cambierà, e i responsabili della crisi e dell’uccisione della democrazia avranno gatte da pelare.

Laboratorio AQ16

:::Io Manifesto, nonostante il divieto:::

da globalproject del 18 aprile 2009

Sabato 18 aprile h. 16.00 assemblea in piazza Fontanesi


Da sabato 4 aprile 2009 è in vigore l’ordinanza che vieta le manifestazioni nel centro storico di Reggio Emilia dalle 14:00 del sabato e per tutta la giornata di domenica. Questa città, che vuole sempre primeggiare in tutto, ha saputo essere avanguardia anche nell’applicare la direttiva Maroni ed è diventata una delle poche città in Italia dove già vige il divieto di manifestare.

Questo divieto è un gravissimo attacco alla libertà di espressione e manifestazione del dissenso ed è passato senza colpo ferire, senza dibattito né spiegazione alcuna, pubblicizzato solo da qualche trafiletto sui giornali locali ,come se si trattasse di una qualsiasi comunicazione di routine.

Nel silenzio e nell’indifferenza quasi totale ci hanno tolto un altro pezzetto di una democrazia che ormai è puro verbo. Nel silenzio e nell’indifferenza abbiamo fatto un altro passo dallo stato di diritto allo stato di eccezione.

Sono passati meno di dieci anni da quel luglio genovese, quando non si poteva accettare l’imposizione di una zona rossa sapendo che si sarebbe creato un pericolosissimo precedente, e le intere nostre città stanno diventando enormi zone rosse fatte di divieti, telecamere e sorveglianti.

La discussione, la partecipazione politica e, soprattutto, la voce di chi parla di un altro mondo possibile , non fanno parte del programma. Le manifestazioni di chi dal basso si mobilita per cambiare le cose non si abbinano con l’arredo urbano. C’è una parte di città, quella parte che non si è fatta lavare il cervello dalle campagne mediatiche del terrore nè dalla propaganda emergenziale, che non è desiderata .

Quella parte di città, quella che ha ancora la memoria buona, non può accettare che le venga imposto dall’alto ed in maniera arbitraria di rinunciare ad un diritto fondamentale come quello di manifestare liberamente le proprie idee nei giorni e nei luoghi che ritiene più opportuni.

Per questo invitiamo tutte e tutti ad essere in piazza sabato 18 aprile per partecipare ad un’adunata contro il divieto di manifestare il fine settimana dentro l’esagono del centro storico e contro tutte le zone rosse.

Sabato 18 aprile 2009 ore 16.00 in piazza Fontanesi
Assemblea pubblica sul e contro il divieto a manifestare.

Assemblea Io Non Ho Paura

:::ronda dell’oca:::

iniziativa contro i divieti
da global project del 17 aprile

Venerdì 17 aprile è prevista la prima manifestazione dell’Assemblea Permanentemente Temporanea "Una Ronda non fa Primavera", un percorso a tappe, un corteo situazionista, enormi dadi e pupazzi parlanti, musica e discorsi surrealisti per ricordarci e ricordare che una ronda non fa primavera, e che anzichè controllare e vietare bisogna liberare gli spazi e le persone. per stare meglio insieme, non peggio divisi.
- ore 19 concentramento del corteo in piazza Fontanesi. psi inizia a tirare i dadi...
- prima casella: Piazza Gioberti, comizio surrealista e performance musicali...
- seconda casella: Piazza Della Vittoria, settimana intensiva della fotografia internazionalista, durata uno scatto, foto di gruppo sulle scalinate del teatro con plotone di esecuzione di fotografi...
- terza casella: Piazza Del Monte, grande gioco della bottiglia...
- quarta casella: Piazza San Prospero, performance teatrale interattiva con i presenti in piazza, controlli clinico medici ed eventuali espulsioni con distribuzione di fogli di via dalla piazza...
- quinta casella: Piazza Prampolini, pic nic in piazza, saluti e arrivederci alla prossima Ronda dell’Oca.

http://rondadelloca.splinder.com

::: Distruggere la democrazia? Yes, we can!:::

da global project del 4 aprile 2009

Violato il decreto applicativo del paccheto sicurezza che prevede il divieto di manifestazione nel centro storico per tutto il weekend




Questo pomeriggio una trentina di manifestanti del Laboratorio Aq16 hanno espresso la propria contrarietà al decreto, firmato dal vice Prefetto vicario reggente, dal Sindaco Delrio e dal Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico della città di Reggio Emilia che sancisce il divieto di manifestare nel centro storico a partire dalle 14.00 del Sabato e per tutta la giornata di Domenica.
Gli attivisti hanno attaccato cartelli di protesta e sparso volantini comunicativi presso il Municipio cittadino, violando così di fatto il decreto nel suo primo giorno di entrata in vigore.

Galleria fotografica Di seguito il comunicato del Laboratorio Aq16


DISTRUGGERE LA DEMOCRAZIA:YES WE CAN!

È di due giorni fa (giovedì 2 aprile 2009) la notizia che anche a Reggio Emilia il Prefetto ha firmato un decreto, in applicazione della direttiva Maroni, che vieta le manifestazioni nei centri urbani e nelle “aree sensibili” per tutto il week-end (dalle ore 14.00 del Sabato a tutta la giornata di Domenica). Questo decreto, emanato il 31.03, è stato adottato a partire da giovedì con l’intesa tra il Prefetto vicario reggente Adolfo Valente, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e il sindaco Graziano Delrio.

Questa è una misura gravissima, anticostituzionale e lesiva della democrazia: Sindaco, Prefetto e Amministrazione degradano la polis, storicamente luogo di discussione e centro della partecipazione politica, a un mero cofanetto blindato, al quale è impossibile accedere per sancire la propria libertà di espressione e manifestazione.

In un momento storico di crisi come quello attuale, quanto tempo passerà prima che questa norma sia applicata per tutta la settimana?Cosa succederà quando i 16000 cassaintegrati, i precari ,gli studenti e i migranti senza lavoro vorranno scendere in piazza?

Nessuno, né il sindaco né nessuno della sua maggioranza, ha commentato le gravissime dichiarazioni del segretario provinciale della Lega Nord, Gabriele Fossa: «Grazie alla Lega Nord le manifestazioni come quelle svolte dagli estremisti islamici ovvero dagli estremisti locali dei centri sociali, non saranno più autorizzabili nel centro storico della città ma costoro, se vorranno, potranno farle senza rompere le scatole ai reggiani».

Per l’amministrazione di questa città, quindi, è questo che significa il diritto a manifestare sancito dalla costituzione: una rottura di scatole.

In piena campagna elettorale, lo “sceriffismo” e il pugno duro sulla “sicurezza” pagano e un Delrio in piena crisi, sfrutta la ventata di fascismo e fascistizzazione della società (in perfetto stile leghista) per legittimare il suo ruolo, il suo potere e il suo “impegno per la sicurezza”, senza nemmeno permettere una discussione in Consiglio Comunale in merito al decreto.

I movimenti e l’intera società devono opporsi a questa, come a tutte le altre misure che limitino i diritti di espressione, di libertà di pensiero e manifestazione.

DIFENDIAMO IL DIRITTO A MANIFESTARE! DIFENDIAMO LE NOSTRE CITTA’ DALLA DISTRUZIONE DELLA DEMOCRAZIA!

Laboratorio Aq16

:::La vostra sicurezza è solo repressione:::

da global project del 21 marzo 2009

Studenti e insegnanti percorrono il secondo passo della campagna di chiusura di Casa Pound


Questa mattina studenti ed insegnanti hanno atteso fuori dalle scuole del polo scolastico di via Makallè i loro compagni e colleghi al termine dell’orario scolastico, promuovendo un’iniziativa pubblica di carattere informativo che chiarisse e sensibilizzasse le componenti degli ambienti scolastici rispetto all’apertura di Casa Pound e alla presenza di Blocco Studentesco nelle scuole.
Dopo il forte impatto mediatico scatenato dagli avvenimenti che nelle settimane scorse si sono svolti all’interno del polo di via makallè, questa è la prima uscita pubblica che riporta l’attenzione, nelle scuole, sull’affermarsi della nuova corrente neo-fascista nel territorio reggiano, il secondo passo d’un percorso che intende sdoganare la costituzione d’una struttura politica come Casa Pound e le dialettiche sociali e politiche che ne leggittimano la presenza e l’esistenza.
Studenti e insegnanti hanno iniziato oggi a confrontarsi sulla natura di queste correnti e sul ruolo che, in quanto componente sociale di progresso culturale, essi devono assumere per far fronte agli attacchi xenofobi e anti-culturali che questi gruppi, e le politiche su cui si fondano, propinano e muovono alla società.
Durante la manifestazione è stata sottolineata diverse volte la responsabilità dei dirigenti scolastici rispetto all’indifferenza e all’insicurezza che si è venuta a generare all’interno delle scuole; quello che i promotori dell’iniziativa chiedono ai presidi delle quattro scuole è che essi prendano una posizione chiara verso la presenza di Blocco Studentesco e gli atteggiamenti che questo gruppo ha fin’ora assunto verso alcuni studenti del polo scolastico e verso la scuola in genere, contestando la manovra elusiva che i dirigenti hanno adottato richiedendo la presenza di polizia e agenti della digos all’interno del polo scolastico, un atteggiamento che, secondo gli insegnanti e gli studenti, favorisce lo sviluppo d’un clima di controllo, securitario e repressivo che mal si addice ad un ambiente di meticciamento culturale e sviluppo sociale. Esposto a tal proposito lo striscione d’apertura "La vostra sicurezza è solo repressione" a far da sfondo all’iniziativa.


ricordati di visitare il link per foto, interventi audio..

:::dossier casa pound:::

a questo link il dossier su casa pound reggio emilia

:::Chiudere Casa Pound:::


Campagna contro fascismo, razzismo, sessismo e deliri securitari


Anche a Reggio Emilia, dal 20 dicembre 2008, il movimento neofascista denominato CasaPound ha aperto la propria sede in via Montefiorino 10/H.
Questa feature segna l’avvio della campagna che i movimenti e i gruppi antifascisti ed antirazzisti di città e provincia hanno indetto per determinare il rifiuto a concedere spazi di agibilità fisica e politica e questa formazione.

Casa Pound rappresenta un volto nuovo nel panorama dei movimenti neofascisti italiani, "fascisti del terzo millennio" si autodefiniscono, un volto, però, bifronte che da un lato (quello "pulito") affronta le tematiche sociali delle proprie campagne contro il carovita e per il diritto alla casa (ovviamente soltanto per gli italiani!), mentre dall’altro da luogo a logiche "di strada" come pestaggi a immigrati, militanti di sinistra e omosessuali.

A Reggio Emilia la componente maggiormente preoccupante è senza dubbio il Blocco Studentesco che rappresenta il tentativo di entrare nelle scuole per reclutare militanti giovani, poco informati e con al tendenza a voler dimostrare di essere "più duri degli altri" e quindi autodefinirsi fascisti.
Lo stesso Blocco Studentesco si è reso responsabile, nei mesi scorsi, delle prime avvisaglie di aggressioni (fortunamente soltanto verbali) e insulti ai militanti dei collettivi di sinistra.

La nascita e il proliferare di questi gruppi neofascisti è chiaramente conseguenza del clima di incertezza, dell’aumento della povertà e dell’impoverimento dei sistemi educativi causati dalla crisi economica più pesante degli ultimi decenni.
E’ altresì importante, al fine di capire dove nascono queste tendenze, andare ad indagare quelle che sono le principali trasformazioni di opinione pubblica e società nei confronti dei temi della "sicurezza".
In un paese dove viene approvato un pacchetto sicurezza (anch’esso figlio della crisi) che impedisce la libertà di manifestazione, che abbassa sempre più i confini di cosa è legale e di cosa è illegale, che acutizza maggiormente i problemi causati da leggi xenofobe e razziste già presenti nel nostro ordinamento, è naturale l’emergere di tendenze e derive destrorse all’interno della società.

Questa feature vuole dunque da un lato portare un piccolo contributo, alcuni indizi e chiavi di lettura per capire verso che direzione sta andando la nostra società e dove bisogna invertire la rotta, dall’altro raccogliere e diffondere materiali utili, nonchè pubblicare le scadenze delle mobilitazioni della campagna "Chiudere Casa Pound" a Reggio Emilia.


materiale informativo e altro al link di globalproject

:::Inizia la campagna "Chiudere Casa Pound":::

da globalproject del 14 marzo 2009

Oltre 200 persone al presidio in via Cecati

Questo pomeriggio, verso le 15.00, oltre 200 persone hanno partecipato al presidio indetto da diversi gruppi e associazioni antifascisti, di Reggio Emilia e provincia, che segna la prima tappa pubblica della campagna per la chiusura di Casa Pound a Reggio Emilia.
Il quartiere dove questo gruppo neofascista ha trovato uno spazio, con l’apertura di una sede-libreria, è stato completamente coperto da un volantinaggio pubblico e di massa, così da informare i residenti su chi è e che azioni è solito compiere il loro fastidioso vicino di casa.
Un soundsystem e un banchetto informativo stanziali hanno poi comunicato con i passanti, regalando materiale informativo, libri e musica all’insegna del rifiuto delle logiche xenofobe, fasciste e securitarie.



foto, audio e il testo del volantino al link di global

::: Fuori i fascisti da (via) Montefiorino:::

da global project del 14 marzo 2009

Meno case pound, più case popolari


Il 13 febbraio 2009 è stata aperta a Reggio Emilia in via Montefiorino 10 la sede del movimento neo fascista “Casa Pound”, denominata libreria “G. D’Annunzio”. L’ispirazione fascista di questa formazione politica, al di là di come essa si presenta all’esterno, è stata più volte esplicitamente riconosciuta dal suo leader e fondatore, Gianluca Iannone (ex-esponente di spicco di un’altra formazione politica neofascista, Fiamma Tricolore) ed è nel DNA di questa organizzazione, nel suo programma e nel suo agire quotidiano. Da quel giorno si sono susseguiti i proclami di Casa Pound, amplificati dai giornali locali e in particolare la gazzetta di Reggio. L’agibilità politica di questi gruppi è stata favorita negli ultimi anni da un clima costruito a tavolino dai media, dai politici di destra e di sinistra, da una politica basata sulla paura, sulla criminalizzazione dei “diversi” (donne, migranti, omosessuali, senza-casa, poveri), da una sottovalutazione del rischi che questi gruppi neofascisti rappresentano per la libertà di tutti. Tutto questo rientra in un disegno politico più ampio, di natura reazionaria, antipopolare, razzista, portato avanti con determinazione da partiti politici come la Lega Nord, Forza Italia, Alleanza Nazionale che sono al potere e non osteggiato, anzi persino appoggiato, da una Sinistra istituzionale ormai allo sbando. Le ultime misure del Governo Berlusconi stanno lì a dimostrarlo: gli attacchi al diritto di sciopero, la fine del contratto nazionale, la persecuzione dei migranti, gli inviti ai medici a denunciare gli stranieri privi di permesso di soggiorno, la privatizzazione della “sicurezza”, la demolizione dello Stato Sociale, la precarietà come sistema.

Ma esiste una Reggio Emilia che non ha paura, che non accetta l’equazione clandestino uguale criminale, che non intende arretrare di un millimetro sui diritti conquistati con anni di lotte, che non accetta di tornare ai tempi bui del fascismo, che considera l’antifascismo un presupposto fondamentale per la civile convivenza nei territori e nei quartieri, un valore che difendiamo anche oggi con questa iniziativa pubblica.

I simpatizzanti di “CasaPound” amano definirsi i fascisti del terzo millennio non rinnegando un legame diretto con il ventennio ed in particolare con la figura di Benito Mussolini. Nei loro volantini spesso invocano il diritto alla casa e ad aiuti economici per i poveri, un programma apparentemente di sinistra, peccato che i beneficiari di questi interventi dovrebbe essere rigorosamente “italiani”, contrapposti agli stranieri che “ruberebbero il lavoro” e “i diritti”. In altre parole, individuano negli stranieri la colpa di una presunta “decadenza nazionale”, alimentando una guerra tra poveri che può rivelarsi molto pericolosa. Noi al contrario pensiamo che la colpa di questa crisi economica vada attribuita ai veri responsabili: i capitalisti che in questi anni hanno speculato sulle spalle dei lavoratori, i banchieri che hanno creato un sistema di dipendenza economica per le classi più disagiate e tutti coloro che in questi hanno demonizzato l’intervento dello stato in nome di un liberismo selvaggio e adesso ne invocano l’aiuto per “salvare la baracca”. Ma esiste una città che non ci sta, che non intende pagare i costi della crisi.

La facciata con cui Casa Pound si presenta oggi alla città di Reggio Emilia non deve confondere o illudere solo perché si è data una verniciatina pseudo-culturale e una presunta attenzione ai problemi della gente. Le tematiche sociali proposte sono, in tempo di crisi economica, una trappola per attirare quel consenso misto di paura, razzismo e ignoranza che altre forze politiche di governo hanno stimolato e poi utilizzato per vincere le ultime elezioni politiche. Nelle altre città dove Casa Pound si è insediata e radicata le ronde e i pestaggi contro tutti coloro che secondo la loro visione si collocano tra i “diversi” sono all’ordine del giorno. Questo è quanto succede nelle città dove si annidano i “nuovi” fascisti, un esempio l’agguato mortale ai danni di Nicola Tommasoli accaduto il 5 maggio 2008 a Verona o l’assassinio di Renato Biagetti a Roma il 29 agosto 2006.

Vuole il caso che questa libreria fascista dedicata a Gabriele Rapagnetta (autodefinitosi il D’Annunzio) si trovi in una via intitolata al paese capoluogo di un territorio liberato dal fascismo dopo l’8 settembre 1943, la famosa repubblica partigiana di Montefiorino. Partiamo da questa strana coincidenza topografica per dare il titolo a questa giornata.

Invitiamo tutti gli abitanti del quartiere, i lavoratori, i migranti e tutti coloro che hanno a cuore il valore dell’antifascismo a non frequentare, isolare, boicottare la libreira "D’Annunzio" di via Montefiorino 10, invitiamo tutti a diffondere la voce a parenti amici e figli.

Facciamogli terra bruciata intorno!
Non permettiamo che il fascismo di radichi a Reggio Emilia!

:::Reggio E. - Chiudere Casa Pound:::

da globalproject del 13 marzo 2009


Presidio sabato 14 marzo presso il supermercato Conad di via Cecati


Sabato 14 febbraio alle ore 15.00, presidio in via cecati per la chiusura della libreria “non conforme” G. D’annunzio, aperta circa un mese fa dagli attivisti dell’associazione fascista Casa Pound Italia.

La battaglia per la chiusura di casa pound, è una battaglia comune, del comune di chi crede che la presenza sul territorio cittadino di queste organizzazioni strida con il pensiero di città e società giusta, equa e solidale. Una battaglia che ci vede coinvolti come singoli, associazioni e organizzazioni territoriali, una battaglia che va al di là della singola casa pound, perché oggi tali organizzazioni sono libere di proliferare approfittando della situazione globale (di cui l’Italia è nostro malgrado capofila europeo) fondata su costruzione e alimentazione di un clima di paura, individuazione del nemico pubblico da combattere con ogni mezzo, pacchetti sicurezza che colpiscono il “diverso”, ronde “fai da te” di cittadini che altro non fanno che implementare il controllo militare del territorio, limitazioni delle libertà di movimento, sgretolamento continuo delle conquiste sindacali.

Urge la ripresa di un dibattito nuovo, in controtendenza con le pulsioni securitarie razziste e xenofobe in cui ci vogliono imbrigliare, urge ricominciare a farsi delle vere domande per evitare risposte semplicistiche e populiste di uscita a destra dalla crisi economica, urge riappropriarsi dei territori svuotati dalla demagogia della sicurezza riempiendoli di corpi, passioni e nuove pulsioni di libertà.

Cominciamo oggi dalle strade di questo quartiere una campagna pubblica per gridare NO ai fascisti del terzo millennio di casapound e NO al clima di intolleranza che si respira nelle strade, per dire che una città sicura si costruisce con l’interazione tra persone e culture differenti e riempiendo le strade delle città.

Perché non abbiamo paura di affrontare il presente e vogliamo ridisegnare il nostro futuro!

Invitiamo pertanto tutti e tutte al presidio pubblico alle 15.00 nel piazzale del supermercato Conad Primavera in via Cecati per cominciare un percorso comune verso un pensiero e un città diversa.



:::Fantasmi nella Crisi. Assemblea pubblica a Reggio Emilia:::

da globalproject del 3 marzo 2009

Appello di partecipazione all’assemblea cittadina indetta dal Laboratorio Aq16



Durante questa settimana sono apparsi a più riprese sulla stampa locale, in particolare sulla Gazzetta di Reggio e poi sul Resto del Carlino, articoli riguardo alla situazione di tensione politica creatasi al polo scolastico di via Makallè, nata da atti intimidatori ad opera di neofascisti di Casa Pound frequentanti soprattutto l’ ITI.
Abbiamo l’impressione che questi articoli, probabilmente a causa del fatto che le fonti nel merito sono abbastanza confuse, abbiano senza intenzione creato altra confusione e mancanza di chiarezza sui fatti accaduti e loro conseguenze. In questo modo però, i gruppi fascisti quale Casa Pound è, trovano un terreno fertile per la loro propaganda revisionista, sessista e xenofoba.
La crisi che colpisce le vite di tutti, passando dalle scuole, dai quartieri, dalle migliaia di lavoratori in cassa integrazione, crea una percezione di insicurezza (miratamente acuita dal governo) che è un humus per questi gruppi, che appaiono come fantasmi di un passato terribile, ma che sono invece un problema attuale, considerando per esempio che oggi a Fabbrico, durante l’anniversario di una pagina storica della Resistenza reggiana, il Centro Studi Italia e i reduci di Salò si permettono di sputare sul sangue versato dai combattenti nella Guerra di Liberazione.Una vergogna.
Crediamo che sia fondamentale fare immediata chiarezza sulla situazione perchè i fatti possano essere limpidi a tutti.

Proponiamo un’assemblea cittadina aperta per Martedì 3 Marzo alle ore 21.00 al Laboratorio, in via Fratelli Manfredi 14 ex Foro Boario.
Riteniamo FONDAMENTALE che l’invito valga soprattutto per i dirigenti scolastici, per tutti i genitori, per tutte le forze antifasciste e per ogni cittadino/a che sia giustamente preoccupato per la situazione.

Laboratorio Aq16

Reggio Emilia

:::Reggio Emilia - Il bullismo a scuola è firmato Casa Pound:::

da global project del 25 marzo 2009

Gli studenti volantinano nelle proprie scuole contro Blocco Studentesco

"Il bullismo a scuola è Casa Pound". Così affermano alcuni studenti del polo scolastico di Via Makallè che stamattina hanno volantinato in difesa dei propri spazi scolastici. Recentemente alcune ragazze e ragazzi delle scuole sono stati soggetti a minacce personali, insulti di carattere sessista, fischi e poste davanti scuola, all’orario di ingresso o di intervallo. In queste occasioni i "bulli" hanno rivendicato più volte la loro appartenenza politica e ideologica attraverso saluti romani, cori, e diverse affermazioni rispetto la propria identità razzista e xenofoba.
Davanti ad una società che abbrutisce, che sente il bisogno di difendersi da una minaccia imminente e di fatto ignota, le scuole diventano terreno fertile dove incentivare senso di paura e impotenza, sviluppando così il determinarsi di atteggiamenti razzisti, xenofobi, di intolleranza sessista, esercizio della forza e odio sociale. L’iniziativa di questa mattina, affermano i promotori, determina la volontà studentesca di contrapporsi alla costituzione di un simile clima all’interno delle scuole, e all’affermazione del "bullismo" neo-fascista di Casa Pound.


galleria fotografica e appello di partecipazione all'assemblea cittadina al link di global