mercoledì 4 novembre 2009

:::7 novembre manifestazione antifascista:::


Concentramento porta S.Croce ore 14.30

30 / 10 / 2009

Il 20 dicembre 2008 apre anche a Reggio Emilia la sede locale dell’organizzazione neofascista Casa Pound, situata in città in via Montefiorino 10. L’organizzazione, nata a Roma nel 2003, apre oggi sedi in moltissime città italiane forte degli appoggi finanziari e politici provenienti dal PDL.

Chiara è subito l’intenzione dei poundisti, arruolare nuovi camerati nelle scuole medie superiori attraverso il ramo studentesco “Blocco Studentesco” per diventare in città ed in provincia il covo che potesse fungere da punto di riferimento per tutta la feccia fascista locale.

Nella prima metà dell’anno si intensifica l’attività propagandistica di blocco studentesco davanti alle scuole, si segnalano le prime provocazioni contro studenti antifascisti. Il clima si surriscalda e si arriva a minacce a sfondo sessista nei confronti di studentesse attive nel movimento antirazzista.

Le scuole situate nel polo scolastico Makallè vengono a questo punto presidiate costantemente da agenti digos, questa rimane ad oggi l’unica risposta educativa dei dirigenti scolastici nei confronti di tensioni che dalla società si riflettono nelle scuole.

Nel frattempo in tutto il paese si susseguono pestaggi, aggressioni e violenze nei confronti di omosessuali, cittadini stranieri ed attivisti di sinistra, la matrice è prevalentemente una: fascista. Per tutta l’estate si procede alla politica dei respingimenti in mare dei barconi carichi di migranti, entra in vigore il pacchetto sicurezza, centinaia di persone affogano in mare, la responsabilità è del governo italiano, in particolare del ministro degli interni leghista Maroni. Nella città di Reggio Emilia, travolta da una crisi economica senza precedenti, si tenta inutilmente di togliere a suon di ordinanze l’agibilità politica dei movimenti antirazzisti dalle piazze del centro storico. L’ordinanza verrà per ben tre volte sospesa.

Si registra nella notte tra il 23 ed il 24 ottobre un escalation: durante un attacchinaggio militanti di blocco studentesco danneggiano le strutture del Laboratorio Sociale AQ16. Il giorno seguente, i primi attivisti del centro sociale giunti per aprire trovano vetri sfasciati, grondaie divelte, bottiglie fracassate e i materiale esposti nella bacheca dell’associazione Città Migrante strappati. La matrice è palesemente rivendicata nei manifesti di blocco studentesco affissi sui muri.

Viene organizzata nel pomeriggio una conferenza stampa per denunciare pubblicamente l’aggressione. Nel giro di poche ore giungono sul posto un centinaio di attivisti e simpatizzanti antifascisti. Si decide che la risposta non può solo essere quella della denuncia ma è importante dare un segnale forte. Un corteo di un centinaio di persone raggiunge la sede di Casa Pound per restituire un po’ del frutto della politica fascista seminata in città negli ultimi mesi, cioè: MERDA!

Nella nostra città si respira da troppi mesi aria pesante intrisa di paura, odio e razzismo accompagnata dall’ascesa di forze politiche xenofobe come la Lega Nord e la nascita di gruppi neofascisti come Casa Pound. Si sta facendo di tutto per infangare la memoria antifascista della nostra provincia partendo da un pericoloso revisionismo storico della Resistenza Partigiana fino ad arrivare all’erosione dei più elementari diritti del lavoro e di cittadinanza. Imprenditori politici della paura stanno ipotecando il futuro della nostra città creando muri ed apartheid che altro non faranno che alimentare la spirale dell’insicurezza e della violenza.

Diamo un segnale forte e chiaro da parte di quella città che non accetta supinamente leggi fasciste come il pacchetto sicurezza ed è disposta a disobbedirle. Reclamiamo il diritto di vivere liberi in una città libera da ronde e bande nere.

FACCIAMOCI SENTIRE, LA MISURA E’ COLMA! GUAI A CHI CI TOCCA.

Laboratorio sociale AQ16

Manifestazione provinciale antifascista, REGGIO EMILIA

SABATO 7 NOVEMBRE, ORE 14.30

concentramento Porta Santa Croce

Arrivo presso il monumento ai caduti della Resistenza

Per aderire scrivere a: labaq16@fastmail.fm

Adesioni:

ass. Ya Basta! Reggio Emilia
ass. Città Migrante
rivista Pollicino Gnus
CUB scuola
COBAS scuola
Federazione dei Comunisti Anarchici Reggio Emilia
Gruppo Comunista libertario F.lli Cervi
Montagna Antifascista
Studenti Antifascisti Reggio Emilia
P-CARC Reggio Emilia
Skinhead antifascisti antirazzisti
Paola Mistrali
Mirko Tincani segretario provinciale PRC
Alberto Scuderi

FAI Federazione Anarchica Reggiana

Mov. Protezione Animali di R.E.

Personaggi ed esponenti di musica/arte/cultura:

Ematoras Family
Labirinz System
Neutravel project
Lab. Hip Hop H2YO
Nakria (hip hop Sicilia)

FFD
LINEA
PUNKADEKA.IT
PUNKITALIANO.IT
UNITED COMMUNICATION Free Indipendent Press

Fulvio "Devil" Pinto

:::casa pound attacca il lab aq16, gli antifascisti rispondono:::



Un centinaio di antifascisti chiudono la sede di Casa Pound Reggio Emilia

24 / 10 / 2009

La notte tra venerdì e sabato alcuni ignoti, sicuramente militanti di Casa Pound della zona, hanno effettuato una vigliacca incursione all’esterno del Laboratorio sociale Aq16, unico centro sociale occupato e autogestito presente nel territorio di Reggio Emilia.
Nel primo pomeriggio, quando diversi attivisti hanno raggiunto lo spazio per allestirlo per la serata del sabato, hanno trovato un’amara sorpresa: vetri sfasciati, bottiglie di birra infrante, sassi, grondaie divelte e altri numerosi danni alle strutture.
E un particolare: manifesti del Blocco Studentesco, frangia studentesca di Casa Pound, e adesivi di “Cuore Nero” e “Calci e Pugni” attacchinati ovunque.
Già durante l’estate, quando lo spazio è meno frequentato, si erano verificati episodi simili, ma mai con una rilevanza e una portata simile. I neofascisti, vigliaccamente e di notte come loro solito, hanno alzato il tiro.
Dopo una conferenza stampa che denunciava pubblicamente l’accaduto, un centinaio di antifascisti di Reggio e provincia hanno deciso di muoversi verso la sede di Casa Pound, per dare una risposta immediata e determinata all’aggressione.

Dopo aver percorso un breve tratto di strada in corteo gli attivisti hanno raggiunto la sede neofascista, pur non trovando nessuno al proprio interno. Si è deciso allora di rimanere a presidiare la zona e denunciare agli abitanti del quartiere cosa sono abituati a fare i loro scomodi vicini di casa.
Un secchio di letame è stato vuotato sulla sede di Casa Pound, gridando lo slogan “Sisso contro i sassi” (il “sisso” è il nome dialettale con il quale si designa il letame).

Il presidio è continuato per circa due ore, ricche di slogan e interventi al megafono che raccoglievano l’approvazione della maggioranza degli abitanti del quartiere che applaudivano dalle finestre e scendevano dagli appartamenti per manifestare la propria solidarietà.

L’attacco di questa notte rientra appieno nel clima securitario e di paura che sta imperversando nelle nostre città, dopo Napoli, Verona e innumerevoli altre città, dove i neofascisti hanno attaccato anche fisicamente persone e spazi da loro visti come “nemici”, è toccato anche a Reggio Emilia.
Il clima di paura che si respira è frutto di politiche scellerate, dai respingimenti della Lega Nord al Pacchetto Sicurezza di Maroni, che altro non fanno se non aumentare xenofobia, razzismo e senso di insicurezza diffuso.

Il Laboratorio Aq16 ha poi indetto un’assemblea pubblica fissata per mercoledì 28 ottobre alle ore 21.00 per discutere delle prossime mobilitazioni.


leggi l'articolo con foto e audio su global project

venerdì 25 settembre 2009

:::presidio sotto il comune:::

lunedì 28 settembre, dalle 17.00 alle 20.00,
PRESIDIO SOTTO IL COMUNE DI REGGIO EMILIA




riepilogo dei fatti:

Sabato 4 aprile

Dopo
aver appreso da un misero trafiletto sui giornali
l’entrata in vigore del

divieto di organizzazione dei cortei in centro
nei fine settimana cala anche su

Reggio Emilia la scure delle ordinanze.

E’
il debutto in terra reggiana della filosofia
“law and order” cofferatiana. Non è la prima
ordinanza di questo genere

in città. Il divieto viene firmato dal vice prefetto,
il questore e dal sindaco

Delrio. Questa ordinanza fa parte di un quadro
normativo nazionale repressivo e

limitativo delle libertà individuali e collettive
ed è figlio del pacchetto

sicurezza Maroni.

Partono le attività e le proteste dei
movimenti politici di base, colpiti in prima
persona da questa limitazione.






Sabato 18 aprile

L’assemblea cittadina “io non
ho paura”indice per sabato 18 aprile una riunione
pubblica in piazza Fontanesi

per discutere del clima pesante che si respira in città.

I manifestanti trovano la piazza blindata dalle forze
dell’ordine. Dopo un tentativo di
forzatura volano spintoni e la riunione diventa
una manifestazione non

autorizzata per le vie del centro storico.
Dopo pochi giorni l’ordinanza viene

sospesa fino al 30 giugno.



Sabato 13 giugno

Giornata di festa, “io non ho
paura” torna in piazza Fontanesi ed anima
una giornata di libertà e cultura al

ritmo dell’hip hop. Viene lanciata la
manifestazione cittadina “INSECURITY DAY”

dell’11 luglio, undici giorni dopo la
fine della sospensione.


Prima dello scadere della tregua
l’ordinanza viene per

la seconda volta sospesa fino a fine settembre.



11 luglio

Nell’era del pacchetto
sicurezza una parte di città si ribella e
determinata dice no alle ordinanze.
Centinaia di persone manifestano da

porta S.Croce fino a piazza Prampolini.
Si ribadisce che l’opposizione non

cesserà fino all’abrogazione del divieto.



8 agosto

Entra in vigore il pacchetto
Maroni, si inaspriscono tutte le leggi
migratorie e di gestione dell’ordine

pubblico. Diventa reale e drammatica la
politica dei respingimenti in mare,

contestata ad oggi anche da commissioni
Ue e Onu e bollata come misura barbara

ed inumana. Centinaia i morti affogati
in mare durante l’estate.



lunedì 28 settembre

A due giorni dallo scadere
della sospensione dell’ordinanza vieta cortei
ancora non si hanno notizie da parte dell’amministrazione di cosa

sarà del più fondamentale dei diritti, quello
della libertà di manifestazione






ORDINANZA CHE VIENE

ONDA CHE SALE





A due giorni dallo scadere dell’ordinanza vieta
cortei in centro storico vorremmo

sapere dal sindaco Delrio, primo esponente del
governo cittadino cosa ne sarà

del divieto da lui firmato: se sarà ripristinato,
sospeso o abrogato.


Riteniamo il silenzio su questo tema
inaccettabile, ricordiamo che con
questa partita si stà giocando la possibilità
dei cittadini di poter

manifestare d’ora in poi nella città di Reggio Emilia.
Sottolineiamo che per un

cittadino lavoratore gli unici giorni liberi per
organizzare eventi politici

sono proprio quelli del week end, facciamo notare
che è dai tempi dell’antica

Grecia che le piazze principali delle città servono
proprio per manifestare

politicamente le proprie idee. Anche solo ipotizzare
un corteo politico a Villa

Canali o nel quartiere pappagnocca ci farebbe inorridire.
Noi abbiamo le idee

chiare e con o senza permesso ci impegniamo a far
convergere tutte le nostre

future manifestazioni nei week end ed in centro storico.

Quello che vogliamo è che sindaco,
questore e prefetto tornino sui loro passi e abroghino
finalmente il divieto, e inoltre chiediamo che si
discuta anche la

rimozione delle altre ordinanze. In particolare:
l’ordinanza sull’ orario dei

ristoranti kebab e rosticcerie etniche, le ordinanze
contro le povertà e le

ordinanze limitative della socialità in centro storico.






venerdì 18 settembre 2009

:::assemblea:::

La prima assemblea, dopo la "pausa" estiva, sarà lunedì 21 settembre alle ore 21.00 presso il Laboratorio Aq 16 in via Fratelli Manfredi 14 (ex foro boario)

:::report IN-SECURITY DAY:::

Reggio E. – In-security day: Maroni e Delrio, la vostra sicurezza non ci appartiene

Oltre 350 persone al grido di Io Non Ho Paura!


Questo pomeriggio circa 350 manifestanti, tra i quali importante si è rivelata la presenza migrante, si sono riuniti e hanno sfilato per le strade di Reggio Emilia, attraversando lo spazio politico aperto da Io Non Ho Paura, per affermare con forza la propria contrarietà al pacchetto sicurezza e alle ordinanze liberticide.


Importante, dicevamo, la presenza dei migranti i quali si vivono maggiormente, e sulla propria pelle, i primi effetti della crisi e della deriva securitaria che attraversa l’intero arco politico, dall’estrema destra al Partito Democratico.
A Reggio Emilia questi effetti si sono palesati in tutto il loro potenziale anche nella giornata di ieri, quando diversi cittadini migranti sono stati multati in base alla nuova ordinanza emessa dal sindaco Delrio, pochissimi giorni dopo la sua rielezione, che prevede multe salatissime a coloro i quali sono “colpevoli” di chiedere l’elemosina nei parcheggi.

Questa è solo una, a titolo esemplicativo, tra le conseguenze dell’affermazione del paradigma securitario nelle azioni di governo locale e nazionale, senza dimenticare il tentativo, per ora scongiurato proprio grazie alla forza del movimento Io Non Ho Paura, di introdurre il divieto di manifestare in centro storico per tutto il week-end.

Prima della partenza, durante il concentramento, è stato affisso uno striscione su Porta S.Croce, uno degli accessi storici alla città; lo slogan recitava: "Noi accogliamo i clandestini. Fossa rilassati" (Fossa è il neo presidente della circoscrizione Centro Storico ed esponente della Lega Nord noto per le boutades razziste e sicuritarie), a voler caratterizzare Reggio Emilia come una città diversa, accogliente ed antirazzista.

Il corteo si è mosso in modo molto determinato, scandendo slogan, e riempiendo di contenuti politici reali le piazze e strade cittadine. “Io non ho paura”, “Contro la legge Bossi-Fini, siamo tutti clandestini”, “Liberi tutti, liberi subito” (in relazione all’inchiesta rewind e agli arresti dei compagni e delle compagne dell’Onda Anomala) gli slogan scanditi maggiormente e con molta determinazione dai manifestanti.

Tra le parole d’ordine poi, hanno assunto la centralità anche la richiesta di immediata scarcerazione per i 21 compagni dell’Onda Anomala universitaria ingiustamente incarcerati per le manifestazione contro il G8 University summit di Torino e il pieno appoggio e solidarietà alle popolazioni abruzzesi che in questi giorni hanno contestato il vertice del G8.



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martedì 30 giugno 2009

:::manifestazione 11 luglio:::




LA LIBERTA’ FINISCE QUANDO INIZIA LA PAURA

Il movimento IO NON HO PAURA, promotore della campagna che dallo scorso 18 aprile si batte contro l’ordinanza limitativa del diritto di manifestazione nel centro storico di Reggio Emilia, ritiene doveroso e importante riconfermare la manifestazione cittadina dell’11 luglio. Pensiamo che l’ ulteriore proroga della sospensione dell’ordinanza dal 30 giugno al 30 settembre non sia motivo sufficiente per mandare l’iniziativa politica in vacanza. E’ chiaro che se sindaco, prefetto e questore hanno scelto di rimandare la scelta all’autunno, sia frutto delle pressioni dei movimenti e della campagna Io Non Ho Paura lanciata da diverse soggettività organizzate del territorio. Rimandata l’ordinanza a settembre verrebbe da dire, anzi più precisamente al 3 ottobre, il primo sabato utile dopo la tregua. Giorno in cui non avremo paura di infrangere il divieto e dimostrare tutta la debolezza di misure che di sicurezza ne creano ben poca.

Vogliamo manifestare ancora una volta la netta contrarietà al pacchetto sicurezza Maroni ed al clima politico che fin nella nostra città provoca l’adozione di stupide ed ingiuste ordinanze liberticide per tutti e tutte. A Reggio Emilia, dopo le ordinanze anti-immigrazione, le retate ai campetti sportivi e ai luoghi di ritrovo abituali dei cittadini migranti, l’ordinanza che impone la chiusura dei kebab dalle 22, i provvedimenti contro l’alcol e l’aggregazione nel centro storico, il Prefetto, di concerto con il sindaco Delrio, ha alzato il tiro, facendo propria una direttiva del ministro dell’interno Maroni, vietando le principali vie e piazze del centro storico alle manifestazioni politiche per tutto il weekend. Stessa linea che il rieletto Delrio “sceriffo a norma di legge” accentua, dichiarando che il suo nuovo mandato calcherà in maniera decisa il leit motive securitario. Tendenza inaugurata con la nuova ordinanza contro ambulanti abusivi e mendicanti. Arrendetevi illusi: legge contro i poveri non contro la mafia, norme contro chi sopravvive non contro chi specula, agevolazioni per le boutique e ordinanze contro chi vuole vivere il centro storico come bene comune gratuito…

D’altronde il teatrino politico-economico visto con l’assemblea generale di Confindustria dello scorso 22 giugno al teatro Valli rende bene l’idea di quale sicurezza si parli: soldi pubblici a banche e industriali e briciole per gli espulsi dal mercato del lavoro. Una sala gremita di grandi e medi imprenditori locali, alla presenza della presidente Marcegaglia, del segretario Cisl Bonanni e di quasi tutto il mondo politico reggiano, ha richiesto a gran voce l’impegno della politica per rilanciare l’economia in crisi. E, ovviamente, la politica risponde in modo affermativo, chinando la testa agli industriali, promettendo mari e monti e facendo ben capire a chi andrà l’occhio di riguardo per i prossimi cinque anni di amministrazione locale. In questo senso possiamo scorgere una nuova funzione prospettica del divieto a manifestare: se la crisi accentuerà ancora i disagi (soprattutto nei portafogli) delle persone, esse tenderanno a ribellarsi, per cui serve necessariamente un argine contro eventuali insorgenze. La piazza in questo momento è territorio pericoloso, è zona rossa.

Ritenendo la grave situazione economica-sociale- politica reggiana figlia di meccanismi globali che travalicano i confini provinciali, vogliamo dare alla mobilitazione dell’11 luglio ampio respiro guardando a quello che in quella settimana succederà nel travagliato territorio della città dell’Aquila. Contestiamo la scelta ignobile di questo governo di voler svolgere in quel territorio il G8, ovvero il vertice dei governi che questa crisi hanno generato. Aderiamo all’appello dell’assemblea riunita all’Aquila il 21 giugno per una mobilitazione contro il G8 diffusa nelle varie città italiane. Appoggiamo chi, nei territori colpiti dal sisma, si vive oggi la lotta contro la crisi come il sacrosanto diritto di auto-organizzarsi nei campi e decidere come, dove, quando ricostruire la propria città.


:::4 luglio liberiamo il dal molin:::



Alla vigilia del G8 e dell’arrivo in Italia di Obama i No Dal Molin invitano tutte e tutti a Vicenza per liberare il Dal Molin dalla nuova base di guerra

Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo [...] un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. [Incipit alla Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America]

Vogliamo essere indipendenti nel costruire il futuro del nostro territorio; vogliamo che quest’ultimo sia sensibile alle opinioni di gran parte dell’umanità che rifiuta e, troppo spesso, subisce la guerra come strumento di controllo e oppressione. Vogliamo costruire l’Altrocomune come pratica di autogestione e autonomia dei cittadini, fondandolo sulla disobbedienza alle imposizioni e sulle pratiche condivise; vogliamo riprenderci la nostra terra come luogo del vivere bene collettivo e non come oggetto di scambio tra governi.

Dall’8 al 10 luglio, all’Aquila, si terrà il vertice del G8; in un luogo volutamente scelto perché non ci siano voci di dissenso, capi di stato e di governo si riuniranno per decidere le sorti del nostro futuro, senza di noi. Tra essi, ci sarà il Presidente statunitense Obama: come si giustificano le sue promesse sulla fine dell’arroganza militare statunitense quando a Vicenza fa base la guerra?

La vicenda vicentina rappresenta, da questo punto di vista, una delle tante contraddizioni nella politica estera statunitense che promette legalità, rispetto e trasparenza, ma pratica illegalità, sopruso e imposizione. Come annunciato da importanti esponenti dell’amministrazione nordamericana, il Dal Molin sarà oggetto di discussione del summit al G8, non per restituire la democrazia a coloro a cui è stata negata, bensì come oggetto di accordo segreto e scambio tra governi per la ridefinizione, a partire da Africom, della presenza militare statunitense in Italia.

Vicenza, patrimonio Unesco, è assoggettata alle servitù militari; la città che ha espresso la propria netta opposizione e ha ricevuto per questo la solidarietà di ogni angolo d’Italia, ha visto il bavaglio stringersi sulla sua bocca: palesi illegalità progettuali hanno accompagnato il tentativo di "sradicare alla radice il dissenso locale" prima impedendo alla città di esprimersi, poi perseguendo centinaia di cittadini con condanne pecuniarie e procedimenti penali.

Ma Vicenza è anche uno dei tanti luoghi di costruzione di quel mondo che non accetta il diktat di quanti, riuniti per pochi giorni nelle regge imperiali, vorrebbero scrivere a tavolino la nostra storia. Quello del movimento vicentino non è un romanzo romantico e triste; le donne e gli uomini di questa città vogliono riscrivere la storia reale, stracciando le pagine su cui politici e militari hanno già disegnato il suo futuro di asservimento e tacita accettazione.

Il 4 luglio, giornata in cui gli statunitensi festeggiano la propria indipendenza dall’impero britannico, vogliamo decretare la nostra indipendenza dall’impero militare statunitense, liberando la terra dalla presenza di una nuova base di guerra.

Nei tre anni di mobilitazione trascorsi abbiamo imparato che un sol giorno non cambierà le sorti della nostra città; ma sappiamo anche che la strada che abbiamo davanti non può che portarci a nuove sfide: per questo, alla vigilia del vertice del G8 e dell’arrivo in Italia di Obama, chiediamo alle donne e agli uomini che vogliono opporsi alla militarizzazione e alla guerra di tornare nelle strade di Vicenza e iniziare a costruire, dal basso e collettivamente, l’indipendenza dell’Altrocomune, ovvero un territorio libero e inospitale alla presenza militare perché vissuto e realizzato da un arcobaleno di diversità che, nel costruire un mondo di pace, liberano il territorio dalle servitù militari e dalle devastazione ambientale.

4 luglio 2009 a Vicenza, restituiamo il Dal Molin ai cittadini
Indipendenza, dignità, partecipazione:
la terra si ribella alle basi di guerra.

Per info e adesioni: 4luglio@nodalmolin.it


PULLMAN DA REGGIO EMILIA: 3382607783

costo 10 euro