lunedì 28 settembre, dalle 17.00 alle 20.00,
PRESIDIO SOTTO IL COMUNE DI REGGIO EMILIA
riepilogo dei fatti:
Sabato 4 aprile
Dopo
aver appreso da un misero trafiletto sui giornali
l’entrata in vigore del
divieto di organizzazione dei cortei in centro
nei fine settimana cala anche su
Reggio Emilia la scure delle ordinanze.
E’
il debutto in terra reggiana della filosofia
“law and order” cofferatiana. Non è la prima
ordinanza di questo genere
in città. Il divieto viene firmato dal vice prefetto,
il questore e dal sindaco
Delrio. Questa ordinanza fa parte di un quadro
normativo nazionale repressivo e
limitativo delle libertà individuali e collettive
ed è figlio del pacchetto
sicurezza Maroni.
Partono le attività e le proteste dei
movimenti politici di base, colpiti in prima
persona da questa limitazione.
Sabato 18 aprile
L’assemblea cittadina “io non
ho paura”indice per sabato 18 aprile una riunione
pubblica in piazza Fontanesi
per discutere del clima pesante che si respira in città.
I manifestanti trovano la piazza blindata dalle forze
dell’ordine. Dopo un tentativo di
forzatura volano spintoni e la riunione diventa
una manifestazione non
autorizzata per le vie del centro storico.
Dopo pochi giorni l’ordinanza viene
sospesa fino al 30 giugno.
Sabato 13 giugno
Giornata di festa, “io non ho
paura” torna in piazza Fontanesi ed anima
una giornata di libertà e cultura al
ritmo dell’hip hop. Viene lanciata la
manifestazione cittadina “INSECURITY DAY”
dell’11 luglio, undici giorni dopo la
fine della sospensione.
Prima dello scadere della tregua
l’ordinanza viene per
la seconda volta sospesa fino a fine settembre.
11 luglio
Nell’era del pacchetto
sicurezza una parte di città si ribella e
determinata dice no alle ordinanze.
Centinaia di persone manifestano da
porta S.Croce fino a piazza Prampolini.
Si ribadisce che l’opposizione non
cesserà fino all’abrogazione del divieto.
8 agosto
Entra in vigore il pacchetto
Maroni, si inaspriscono tutte le leggi
migratorie e di gestione dell’ordine
pubblico. Diventa reale e drammatica la
politica dei respingimenti in mare,
contestata ad oggi anche da commissioni
Ue e Onu e bollata come misura barbara
ed inumana. Centinaia i morti affogati
in mare durante l’estate.
lunedì 28 settembre
A due giorni dallo scadere
della sospensione dell’ordinanza vieta cortei
ancora non si hanno notizie da parte dell’amministrazione di cosa
sarà del più fondamentale dei diritti, quello
della libertà di manifestazione
ORDINANZA CHE VIENE
ONDA CHE SALE
A due giorni dallo scadere dell’ordinanza vieta
cortei in centro storico vorremmo
sapere dal sindaco Delrio, primo esponente del
governo cittadino cosa ne sarà
del divieto da lui firmato: se sarà ripristinato,
sospeso o abrogato.
Riteniamo il silenzio su questo tema
inaccettabile, ricordiamo che con
questa partita si stà giocando la possibilità
dei cittadini di poter
manifestare d’ora in poi nella città di Reggio Emilia.
Sottolineiamo che per un
cittadino lavoratore gli unici giorni liberi per
organizzare eventi politici
sono proprio quelli del week end, facciamo notare
che è dai tempi dell’antica
Grecia che le piazze principali delle città servono
proprio per manifestare
politicamente le proprie idee. Anche solo ipotizzare
un corteo politico a Villa
Canali o nel quartiere pappagnocca ci farebbe inorridire.
Noi abbiamo le idee
chiare e con o senza permesso ci impegniamo a far
convergere tutte le nostre
future manifestazioni nei week end ed in centro storico.
Quello che vogliamo è che sindaco,
questore e prefetto tornino sui loro passi e abroghino
finalmente il divieto, e inoltre chiediamo che si
discuta anche la
rimozione delle altre ordinanze. In particolare:
l’ordinanza sull’ orario dei
ristoranti kebab e rosticcerie etniche, le ordinanze
contro le povertà e le
ordinanze limitative della socialità in centro storico.